[…] Non ho mai navigato gli oceani, “sono stata sempre fedele al Mediterraneo”. Ai suoi moli, alle sue isole, le onde, i venti, le sue nuvole, i tramonti qui dal lato che guarda il Tirreno, ai fari, i porti, alle sue navi, le partenze ed i ritorni. Se fotografo il mare, il mar Mediterraneo, è perché sono piena di nostalgia […]
Saudade Nella Tarantino Non ho mai navigato gli oceani, “sono stata sempre fedele al Mediterraneo”. Ai suoi moli, alle sue isole, le onde, i venti, le sue nuvole, i tramonti qui dal lato che guarda il Tirreno, ai fari, i porti, alle sue navi, le partenze ed i ritorni. Se fotografo il mare, il mar Mediterraneo, è perché sono piena di nostalgia. Dalle sue rive, sulle sue rive, ceppi giganteschi come rocchi di colonne emergono dalla sabbia della foce del tempo, mentre una nuvola minacciosa sale alta a nascondere un tramonto. Vascelli-fantasma solcano acque d’argento, a volte su di esse s’accende come un’apparizione. E poi isole, e crinali e nebbie e scie e lampi e lontananze e moli e alte onde che s’infrangono e s’innalzano, e battaglie marine, e scogli corrosi come menhir sommersi di civiltà perdute, e voli di gabbiani su acque scure come petrolio, e infinite solitudini, sulle rive desolate barche dimenticate, residui, tralicci smontati e arrugginiti, segni cancellati, e confusi. Su di una duna desolata un cane volta le spalle al mare, solitario Argo che più non attende Ulisse, teli di plastica e capanne immemori degli antichi santuari. Una Penelope dolente, di una tristezza gitana, avvolge il lenzuolo di un letto nuziale che mai più rivedrà la felicità di un tempo. Il Mediterraneo è mare di nostalgia, di naufragi. Fotografo il mare in quei momenti in cui non vorrei incontrare altri volti, non cercarli più. Perdermi dentro di me, altrove, fuori dal tempo. Resto ferma, in attesa, l’istante si dilata. Aspetto a lungo, sola, davanti al mare.